Attività commerciali e ristorazione

Grazie al decreto Bersani aprire un’attività commerciale non è più difficoltoso come lo era prima perché la normativa è stata notevolmente semplificata, tuttavia permangono alcuni requisiti morali essenziali. Non possono aprire un loro negozio coloro infatti che sono stati dichiarati falliti, chi è stato condannato per un reato non colposo per il quale è prevista una pena minima di tre anni e chi è sottoposto a norme restrittive come il divieto o l’obbligo di soggiorno oppure la sorveglianza speciale.

Ma vediamo nello specifico tutti agli adempimenti che devono essere rispettati per diventare un commerciante!

 

La licenza
Dopo la liberalizzazione anche la licenza non va più richiesta, tranne nel caso in cui che non si desideri aprire una tabaccheria che, essendo una rivendita di prodotti soggetti al Monopolio, richiede il rilascio di una licenza. Per qualsiasi altra attività commerciale al dettaglio che si desideri avviare, ammesso che la superficie non superi i 150 metri quadrati nei centri inferiori ai 10.000 abitanti o i 250 metri quadrati negli altri casi, è sufficiente comunicare al comune la data di apertura del proprio negozio almeno trenta giorni prima.
Va notato che nel caso in cui la superficie commerciale superi i limiti indicati si deve richiedere l’autorizzazione alla vendita al Comune, ma se entro 90 giorni non si ottiene riscontro si considera il silenzio come assenso.

 

Il locale commerciale
E’ molto importante invece fare attenzione al locale dove si intende aprire l’attività commerciale. Alcuni comuni impongono dei vincoli sulla posizione e per il rispetto di una certa distanza da un altro esercizio analogo, quindi è necessario rivolgersi a un commercialista che sia informato in materia e che si accerti della destinazione d’uso dei locali scelti (un magazzino non può divenire un negozio).

 

I requisiti di igiene e le certificazioni
Inoltre il locale dove si intende esercitare l’attività deve rispondere ai requisiti stabiliti dall’ASL perché è necessario il benestare anche dell’autorità sanitaria. Si deve quindi essere informati sulla normativa applicata nella propria zona. 
Se si intende trattare prodotti alimentari la legge impone l’obbligo del superamento di un corso preparatorio che viene organizzato periodicamente dalle Camere di Commercio provinciali e che ha lo scopo di istruire i futuri commercianti sull’igiene e le tecniche di conservazione di cibi. La certificazione HACCP va obbligatoriamente esposta nel proprio locale. 

 

Gli obblighi amministrativi e la forma giuridica
Per quel che riguarda invece gli obblighi amministrativi, dopo aver scelto la forma giuridica che si vuole dare alla propria attività occorre iscriversi alla Camera di Commercio, all’INAIL e all’INPS e conseguentemente aprire la partita IVA. Infine va comunicata ai relativi enti la data precisa di inizio dell’attività.

 

Aprire un’attività non è mai facile, tuttavia con il supporto di professionisti esperti non si corre il rischio di incorrere in sanzioni. 

Contattaci per richiedere una consulenza in materia!

 

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